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]]>Nel corso dell’incontro si parlerà di provvedimenti, di natura regionale e nazionale, volti ad agevolare la ripresa economica post pandemica. Particolare riguardo verrà posto alla programmazione futura per poter sostenere l’economia attraverso gli investimenti e le riforme necessarie per mitigare le conseguenze economiche e sociali della pandemia e preparare le imprese per un futuro sostenibile.
Interverranno Francesco Palmisano, presidente di Cofidi Veneziano, Siro Martin, presidente di Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia, il prof. Ugo Rigoni dell’Università Ca’ Foscari Venezia della facoltà di Economia degli intermediari finanziari, il dott. Sandonà Luciano, consigliere Regione Veneto, presidente della I Commissione (Bilancio, Programmazione e Politiche dell’Unione Europea), il dott. Enrico Zanetti, già viceministro all’Economia, amministratore Centro studi Eutkne ed economista, la dott.ssa Giorgia Speri, presidente regionale veneto e vicepresidente nazionale Confartigianato Giovani Imprenditori, e l’on. Sara Moretto, parlamentare Segretario di Presidenza della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati.
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Evidenze:
Just Eat, app leader per ordinare online pranzo e cena a domicilio in tutta Italia e nel mondo, presenta i risultati dell’Osservatorio sul Cibo a Domicilio (Survey realizzata da Just Eat su oltre 7.000 utenti) dedicato al mondo del lavoro e alle professioni per svelare le nuove tendenze del food delivery degli Italiani al lavoro. Il 72% ordina il pranzo a domicilio dal proprio impiego e il 25% lo fa la sera per la cena che sta diventando un nuovo trend tra i professionisti per gustare i cibi preferiti durante riunioni o quando si allunga l’orario sul posto di lavoro. Tutti i settori dimostrano infatti di utilizzare sempre più il food delivery per variare alimentazione, gustare le proprie passioni culinarie e condividere con i colleghi un momento piacevole. Non si tratta solo di pranzi, infatti vanno sempre più forti anche la colazione a la cena al lavoro!
In un panel di ben 17 categorie, chi lavora nel settore food&beverage si distingue perché ama sperimentare con sapori che richiamano paesi lontani: la cucina preferita per i pasti al lavoro, infatti, è quella cinese, insieme al gustoso ramen, piatto tipico della cucina nipponica. Ed è proprio la pausa pranzo il momento preferito per ordinare alla scrivania, con il 65% delle preferenze per i professionisti di questo comparto: una scelta tradizionale, che si mantiene anche con una spiccata preferenza per il più classico dei metodi di pagamento sul lavoro, i buoni pasto, metodo che durante il 2018 è cresciuto del 70% rispetto all’anno precedente. Se gli impiegati nel settore food&beverages sono affezionati al food delivery per pranzo, non si può dire altrettanto della compagnia: il 46% infatti preferisce ordinare da solo, del resto chi meglio di un esperto del settore conosce l’importanza di un buon pasto, gustato in tutta calma e relax?
Ad ogni mestiere il proprio pasto del cuore
Oltre agli impiegati nel settore food&beverage, tra le altre 16 professioni coinvolte nell’analisi emergono tendenze alimentari molto diverse legate a necessità, come tempo, modalità di lavoro e stili di vita professionale e l’analisi Just Eat è entrata nelle giornate lavorative di ognuna, rivelando che gli impiegati ordinano di più (40%), seguiti da studenti (33%) e da liberi professionisti (18%), ma ogni lavoro ha la sua cucina preferita a domicilio. Per il settore immobiliare, come per marketing e comunicazione, l’healthy è top, mentre chi è attivo nel digitale preferisce l’hamburger, così come i liberi professionisti. Nelle risorse umane si ordina sushi e nell’intrattenimento, cinese e ramen. Nel settore sanitario/medicale predomina il sushi, a pari merito con chi è impiegato nel settore bancario e in quello finanziario/amministrativo, mentre chi è nelle vendite e nel commerciale vuole i tramezzini. Nell’estetica e nella bellezza spopolano le insalate, nella moda gli hamburger, nella grafica il pokè. L’editoria preferisce l’etnico, mentre l’automotive i panini, così come a design e arredamento.
Ma che cosa amano ordinare gli Italiani quando sono al lavoro? Nel 2018 è il sushi a trionfare (39%) (con piatti come nigiri sake e nigiri al salmone, e uramaki) sui panini, con ingredienti a scelta (37%) e sulle piadine (36%), re e regina del 2017, che pur scendendo dal primo posto, restano sul podio. Ecco così la nuova top ten delle abitudini degli Italiani che ordinano a domicilio dal proprio posto di lavoro.
TOP 10 CUCINE PREFERITE (oltre alla pizza)
Tra le cucine preferite i lavoratori italiani scelgono piatti intramontabili come nigiri saké e nigiri al salmone, uramaki ed edamame quando ordinano sushi, varianti classica e cheese per l’hamburger, ingredienti a scelta quando optano per un gustoso panino, e infine cous cous, riso indiano e hummus per gli ordini di cucina etnica.
I trend per i pranzi al lavoro: le cucine e piatti più in crescita
L’Osservatorio Just Eat rivela anche le cucine più trendy nelle scelte dai lavoratori, cioè quelle che dimostrano la maggior crescita. Al primo posto il fascino hawaiano del poké, cresciuto in modo esponenziale, con salmone ed edamame, e takoyaki con salsa teriyaki come piatti più amati, al secondo posto la nostrana gastronomia e al terzo la cucina healthy, sempre più ricercata a pranzo. La mania del cibo sano invade infatti l’ambiente di lavoro, privilegiando insalata, riso venere e chicken salad.
Tra i “desk” degli Italiani si consumano però anche gelato, pinsa e proposte di rosticceria e si confermano intramontabili gli ormai famosi pack a domicilio di cucina giapponese, messicana e a base di pollo.
Tra i piatti più in crescita anche qualche curiosità come la zucca al forno, il cous cous con le verdure e le piadine.
Da Nord a Sud il food delivery al lavoro
Da Nord a Sud si ordina più dal lavoro nelle grandi città: vince Roma che ha scalzato il primato degli ordini a Milano, sul podio nel 2017. Seguono Bologna, Torino, Genova, Napoli, Trieste, Palermo, Firenze, Verona e Parma. La crescita maggiore si registra però nelle altre città sparse lungo la Penisola, come Rimini e Ravenna, Arezzo, Recco, Siracusa, Foggia ma anche Potenza e Caserta, segno di una grande attenzione ai vantaggi del food delivery al lavoro, apprezzato sempre di più anche grazie alla capillarità di un servizio come Just Eat presente ormai in oltre 1.000 comuni italiani.
Ma cosa vogliono gli italiani che scelgono il food delivery in ufficio?
In primis i tempi di consegna affidabili, seguono la varietà di cucine disponibili, la possibilità di usufruire di sconti e offerte, la rapidità della consegna, la possibilità di pagare con i buoni pasto.
A riconoscere i plus del food delivery, come la praticità e la possibilità di sperimentare cucine lontane e della tradizione locale, sono i professionisti del marketing e comunicazione, i tempi di consegna affidabili sono fondamentali per le risorse umane, mentre la varietà è apprezzatissima soprattutto nell’ambito dell’editoria. La possibilità di godere di sconti speciali è un must per il settore bancario, ma anche per chi lavora nella moda. Chi è impiegato nel food & beverage ama la possibilità di pagare con i buoni pasto, metodo di pagamento che è cresciuta del 70% rispetto al 2017, soprattutto per chi è impiegato nel settore bancario.
Ma ordinare cibo a domicilio in ufficio è anche un momento per condividere i pasti con i colleghi, infatti il 30% delle persone ordina per il team, in particolare nel settore bancario, il 16% in gruppi più numerosi e il 28% con un altro collega, soprattutto per i professionisti dell’estetica e della bellezza. In termini di frequenza degli ordini, emerge che i professionisti ordinano almeno 2-3 volte al mese (30%), 1 volta al mese (21%) e anche ogni settimana (14%) e anche più di una volta al mese (7%).
Età, sesso e ordini preferiti
Anche nel food delivery al lavoro i gusti cambiano in base all’età: dai 26 ai 35 anni il cibo preferito è il sushi e si ama provare diversi ristoranti, mentre dai 36 ai 45 anni si ordina soprattutto l’hamburger e si spende di più. E fra uomo e donna? A ordinare di più in ufficio sono gli uomini, poco fedeli ai medesimi ristoranti, a differenza delle donne che però spendono anche di più (circa +10%), con buona predilezione di sushi (+15% rispetto agli uomini) e piatti healthy (+13% rispetto agli uomini).
A proposito di JUST EAT:
Just Eat (www.justeat.it) app leader per ordinare online pranzo e cena a domicilio in tutta Italia e nel mondo, è presente in Italia dal 2011 e oggi opera con oltre 11.000 ristoranti partner in più di 1000 comuni. Just Eat è accessibile da pc e da mobile tramite l’applicazione dedicata o la versione mobile del sito, per garantire a tutti un’ampia varietà di cucine tra cui scegliere. JUST EAT plc, con sede a Londra, usa una tecnologia proprietaria per offrire un servizio per ordinare cibo a domicilio online velocemente e in modo efficiente in 13 mercati, a più di 26 milioni di utenti e da oltre 100,000 ristoranti partner nel mondo.
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]]>The post Il Manifesto “Per non mangiarsi il futuro” raccoglie centinaia di firme first appeared on il Bàcaro, andàr per gusto.
]]>A fronte di molte reazioni positive – saranno presto migliaia le firme – il Manifesto ha suscitato come previsto anche qualche polemica e alcune reazioni piccate. Curioso che ciò accada quando, in questo Paese, ci si richiami alla correttezza e alla legalità! Questo è il senso ultimo del Manifesto. Fipe chiede una cosa che dovrebbe essere ovvia: il rispetto di regole uguali per tutti, perché questo è l’unico modo per garantire una concorrenza leale tra imprese e, soprattutto, il rispetto del consumatore. Il nostro Paese ha nella cultura e nella tradizione del cibo e dell’accoglienza uno degli asset più importanti ed economicamente più forti, non possiamo permetterci di rovinare con le nostre stesse mani un patrimonio così cospicuo costruito in secoli di attenzione e di lavoro da parte di famiglie e di imprenditori seri. Di questo patrimonio l’innovazione è un fattore decisivo e gli imprenditori della ristorazione ne sono un esempio virtuoso costante, con i loro sforzi quotidiani di rinnovare l’offerta e i format da proporre a una clientela sempre alla ricerca di novità. È quindi spuntato il tentativo di contrapporre una visione corporativa e conservativa alla ristorazione che rispetta le regole e spirito innovativo a quanti non le rispettano. Così come è fuori luogo “raccontare” di una lotta tra “ristorazione ricca” e “ristorazione alternativa”: a soffrire di una concorrenza sleale sono le migliaia di imprese che costituiscono il tessuto fondamentale dello stile e del gusto italiani per l’accoglienza e il cibo.
Fipe, e l’intero settore, sono per l’innovazione e il cambiamento, sono per tutte quelle nuove idee imprenditoriali che sono perseguite con serietà, correttezza e legalità. Noi saremo sempre al fianco di chi contribuisce al rafforzamento di un settore che, come non ci si stanca di ripetere, rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo. Noi rivendichiamo il merito di aver dato voce ad un problema che è evidente in tutta la sua urgenza e siamo pronti a discuterne nelle sedi istituzionali preposte, per contribuire a ridare un quadro di regole chiaro, certo e uguale per tutti.
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]]>The post Tiramisù World Cup: dalla spiaggia di Bibione i primi 4 semifinalisti first appeared on il Bàcaro, andàr per gusto.
]]>Due “chef amatoriali” per la ricetta originale del dolce (savoiardi, uova, mascarpone, zucchero, caffè e cacao) e due per la ricetta creativa (con la possibilità di sostituire il biscotto ed aggiungere fino a tre ingredienti). Per la prima, approdano alla semifinale Giuseppe Franco di Pordenone e Paola Morelli di Cerro Maggiore (Milano); per la seconda, ci sono Silvia Vian di Carbonera (con una ricetta al pepe rosa e scaglie di cocco) ed Elisa Martignago di Montebelluna (che ha invece sostituito i savoiardi con i biscotti di Novara ed aggiunto un aroma alla vaniglia, panna e lamponi).
I concorrenti, tutti rigorosamente non-professionisti, hanno poi accettato la mini-sfida finale fra loro quattro (in foto allegata, ndr.) per aggiudicarsi il titolo di “Campione della Summer Selections”, che è andato a Paola Morelli con il suo tiramisù nella versione originale.
«In questo lungo week-end abbiamo ricevuto il grande abbraccio di Bibione e di questo non possiamo che ringraziare tutte le persone che sono qui in vacanza o che sono arrivate per l’occasione ad assistere alle gare – ha commentato Francesco Redi di Twissen, organizzatore della rassegna – . Un grazie all’entusiasmo dei concorrenti e dei giudici, ma anche a chi ci ha supportato per questo kick-off che, ricordiamo, non è solo la nostra prima tappa estiva ma è soprattutto la prima volta fuori dalla provincia di Treviso. Arriveranno presto altre novità, e confidiamo di ricevere lo stesso calore della spiaggia di Bibione».
«È stato un piacere ospitare questo primo appuntamento della TWC 2019, che lega un prodotto tipico della nostra cucina al divertimento e alla scoperta delle nostre zone – ha commentato il sindaco di San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto – . Bibione è un territorio capace di un ampio ventaglio di offerte per chi viene a visitarla: dall’eno-gastronomia, all’arte, al mare e le sue spiagge, fino ai percorsi naturalistici attraversati dalle ciclovie».
L’evento che si è svolto in quest’ultimo fine settimana è stato realizzato grazie alla collaborazione con il Comune di San Michele al Tagliamento, Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Confcommercio Bibione e Confcommercio Portogruaro e con la promozione e il coordinamento generale del Distretto Turistico Venezia Orientale.
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]]>The post Al via “Nice to Eat-EU”! first appeared on il Bàcaro, andàr per gusto.
]]>Il Formaggio Piave DOP è il protagonista della Campagna Europea di promozione e valorizzazione delle produzioni UE di qualità in Italia, Germania e Austria
È ai blocchi di partenza “Nice to Eat-EU”, la Campagna triennale promossa dal Consorzio per la Tutela Formaggio Piave DOP (Busche di Cesiomaggiore, BL) – impegnato dal 2010 nella salvaguardia della DOP da abusi, contraffazioni e concorrenza sleale e nella sua valorizzazione internazionale – e co-finanziata dall’Unione Europea nel contesto dei programmi n. 1144/2014, rivolti ad azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli dell’UE realizzate nel mercato interno e nei paesi terzi.
Scopo del progetto informativo e promozionale, che vede protagonista il Formaggio Piave DOP, è quello di rafforzare nei paesi individuati – Italia, Germania e Austria – la consapevolezza e il riconoscimento, e di conseguenza aumentare la competitività e il consumo, delle produzioni e dei marchi di qualità europei di cui il formaggio bellunese si fa veicolo, sul piano della sicurezza degli alimenti, della tracciabilità, della tradizione, dell’autenticità, degli aspetti nutrizionali e sanitari.
L’Europa è leader nel settore caseario globale, ad oggi il più grande mercato di riferimento al mondo in termini di produzione, di export e di consumo: qui le esportazioni dei formaggi italiani a marchio di tutela hanno battuto ogni record nel 2018, mostrando forti segnali di ripresa e di crescita, ma anche di fidelizzazione e orientamento consapevole verso le nostre produzioni a Denominazione d’Origine Protetta.
La Germania, in particolare, è un mercato importante in termini di export del Piave DOP: qui l’opera di promozione di Nice to Eat-EU va dunque a rafforzare un rapporto commerciale già molto ben avviato. La sfida più grande per la campagna è costituita dall’Austria, che rappresenta una piccola fetta delle esportazioni di questo formaggio e che quindi diventa l’obiettivo “pilota” per il progetto promozionale, sulla scia dell’incremento del consumo locale pro-capite di formaggio e attraverso azioni mirate di posizionamento del prodotto.
L’Italia, infine, rappresenta da sempre la prima consumatrice in assoluto di Piave DOP: a farla da padrone la regione Veneto, che costituisce la quota prevalente, seguita da Lombardia, Trentino e Alto Adige. Queste quattro regioni assorbono insieme la quasi totalità dei volumi del formaggio delle Dolomiti, performance che verranno consolidate attraverso azioni ad hoc di fidelizzazione rivolte soprattutto ai media e al consumatore finale.
In calendario a partire da maggio 2018, dunque, un ricco programma di iniziative studiato a tavolino per enfatizzare e promuovere a 360 gradi l’immagine del formaggio bellunese e della campagna stessa. Ognuna delle tre annualità sarà caratterizzata da un “mood” strategico e specifico: ad aprire le danze il tema “Glamour & Eccellenza” che disegna il piano d’azione del 2019, per continuare con “Natura & Territorio” del 2020 e “Qualità & Gusto” del 2021.
A iniziare dalla creazione di un’identità visiva e dalla progettazione di materiali informativi, video promozionali e video-ricettari, Nice to Eat-EU si svilupperà nei tre Paesi attraverso azioni di media e public relation – conferenze stampa, press tour, momenti PR, partnership con importanti eventi trasversali in linea con il tema dell’annualità (Vogue for Milano, Festivaletteratura e Taste) – coinvolgimento di blogger e influencer, cene e degustazioni, creazione e animazione di tutti i canali social più utilizzati e seguiti, avvio di campagne pubblicitarie on e off-line, lanci di contest fotografici nei tre Paesi target – sempre in base al mood di riferimento –, partecipazione a fiere di settore e non (Food & Life di Monaco e il Lucca Comics), concorsi rivolti ai bambini delle scuole primarie e promozione nella GDO. Nice to Eat-EU, infine, vuole raggiungere il pubblico anche attraverso le più moderne piattaforme, sfruttando strumenti innovativi come realtà aumentata e video animazione in 3D e i principali canali di comunicazione digital e online.
Il target prescelto a cui si rivolgerà la campagna è un consumatore evoluto e consapevole – che si riflette soprattutto nell’élite femminile, maggiore “responsabile” della spesa domestica, con una notevole propensione verso le tematiche legate alla qualità, alla garanzia e alla sanità degli alimenti – ma anche i bambini delle scuole primarie, i mass media, i blogger e gli influencer e, infine, il canale Ho.Re.Ca.
Un occhio di riguardo è riservato, soprattutto, al consumatore di domani: protagonista indiscusso della campagna è un Supereroe che, attraverso le sue avventure in animazione 3D full HD e la creazione di un videogioco dedicato, trasmette in modo divertente ai più piccoli il significato di qualità agroalimentare e prodotto a marchio certificato.
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]]>Il Prosecco Rosé
Il territorio del nord est Italia è particolarmente vocato alla produzione del Prosecco grazie ai propri fattori ambientali e umani. Proprio questi fattori hanno portato, già da alcuni anni, alla differenziazione dell’offerta con l’introduzione di spumanti rosé, tanto che il 57% degli imbottigliatori del Prosecco ne produce già.
Appare evidente quindi che legare questa produzione al disciplinare del rosé conferisce al prodotto una maggiore riconoscibilità con il territorio di origine e una valorizzazione del prodotto con aumentata salvaguardia del consumatore grazie alla qualità certificata.
Tale dinamica produttiva è avvalorata anche dal mercato. Negli Stati Uniti la produzione di vino rosé lo scorso anno ha toccato i 227 milioni di dollari con un aumento dei consumi del 23%. La Francia, accelerando dei 31%, ha rincorso a 217 milioni ma in Italia il business legato al rosato ha superato appena i 20 milioni di dollari.
E’ una delle molte ragioni per cui il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc ha scelto di proporre all’assemblea dei soci un disciplinare che permetta di introdurre una versione rosé che si chiamerà “Prosecco spumante rosé millesimato”. Al consumatore apparirà di colore “rosa tenue più o meno intenso, brillante”, con “spuma persistente” e con una componente zuccherina da classificare fra quelle di vini “brut nature ad extra dry”.
Per ottenerlo, spiega la formula, si useranno uve Glera e una quota di Pinot nero compresa fra il 10% ed il 15%, con indicazione in etichetta dell’annata e immissione nel mercato dal 1 gennaio successivo alla vendemmia.
La proposta è stata approvata pochi giorni fa ed ora, tecnicamente, per risultare a tutti gli effetti praticabile, occorre attendere il disco verde delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e, infine, il timbro definitivo del Comitato nazionale vini del Governo.
Prima di avventurarsi in territori che avrebbero potuto destare la perplessità di più di qualche produttore, il Consorzio ha tastato il terreno affidando ai ricercatori Wine Monitor di Nomisma un’analisi fra i consumatori dei principali mercati di riferimento, ottenendo indicazioni più che incoraggianti.
In Italia, ad esempio, il 55% degli intervistati ha consumato almeno una volta negli ultimi 12 mesi spumante rosé contro un non così lontano 75% relativo al Prosecco. Il distacco si riduce a tre soli punti nel Regno Unito, principale piazza di esportazione, con un 48% di Prosecco e un 45% per il vino rosé frizzante mentre negli Usa la tendenza è addirittura capovolta. Sono cioè più gli americani che hanno assunto spumante rosato (50% almeno una volta all’anno) rispetto a quelli che si sono orientati sul Prosecco (46%).
Il quale, sostengono ancora gli studiosi di Nomisma, se esordisse nella versione rosé sarebbe acquistato dal 72% del campione di consumatori italiano, dal 78% di quello americano e addirittura dal 93% degli intervistati britannici.
“Sarà un modo molto interessante di diversificare l’offerta – è il punto di vista del presidente del Consorzio, Stefano Zanette – e credo sarebbe possibile produrre, dopo la vendemmia del 2020, dai 15 ai 20 milioni di bottiglie rosé sui 464 milioni complessivi prodotti nella denominazione Prosecco Doc”.
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]]>Come gli altri straordinariamente panoramico, il Sentiero del Latte parte da Fiavè e si dirige verso la piccola frazione di Favrio, percorre un tratto di bosco e ritorna al punto di partenza, dopo aver attraversato il sito archeologico con i resti di palafitte risalenti al Neolitico. Lungo il percorso si trovano piccole e grandi stalle, i prati e i boschi che un tempo erano occupati dagli animali al pascolo. E come per gli altri percorsi, punti sosta e panchine realizzate con materiale naturale, situati nei luoghi maggiormente panoramici, consentono una immersione completa nella storia e nell’habitat di un territorio Patrimonio della Biosfera Unesco.
Perché proprio a Fiavè il sentierio del latte? L’allevamento, insieme all’agricoltura, definisce l’economia e il paesaggio rurale, fatto di prati e campi coltivati, oggi come nel passato: il sito palafitticolo di Fiavè è tra le più importanti aree archeologiche per il ritrovamento di reperti legati alla lavorazione del latte. E proprio il latte, il burro e il formaggio sono infatti ancora oggi alimenti che dimostrano il legame con il passato contadino, quando venivano prodotti da ogni famiglia per l’autosostentamento. Quella del formaggio per Fiavè è un’antica tradizione: a partire dalla produzione dei caseifici turnari di metà Ottocento, fino ai prodotti sempre più diversificati del caseificio sociale durante i primi anni del Novecento in cui tutte le aziende agricole della valle portavano il latte. Oggi sono presenti anche molte piccole filiere che realizzano formaggi freschi e stagionati ma anche specialità come yogurt e gelato artigianale.
La produzione casearia attuale trova le sue radici nella tradizione contadina locale. Un tempo infatti tutte le famiglie avevano la stalla in casa con qualche animale, i più benestanti tre o quattro mucche, gli altri almeno qualche capra. In passato una mucca che produceva 10 litri di latte al giorno era molto produttiva ed era una ricchezza importante su cui le famiglie potevano contare. Il latte veniva portato ai caseifici turnari, al mattino e alla sera e lavorato dal “casèr” che lo trasformava in burro e formaggio. Oggi la produzione attuale di latte e formaggio è realizzata da aziende agricole che conferiscono il latte a società cooperativistiche più grandi, ma anche da piccole realtà con pochi capi di bestiame che stanno puntando sulla filiera corta e sul benessere animale, la sostenibilità e la qualità dei trasformati.
LATTE IN FESTA – Favrio di Fiavé 7, 8, 9 giugno – Un festival nuovo che vuole raccontare il latte, ancora prima della mungitura.
Favrio di Fiavè diviene il fulcro del percorso del latte e del festival che alla sua prima edizione si tiene dal 7 al 9 giugno. Favrio è un luogo che spicca nel paesaggio delle Giudicarie per la posizione isolata e panoramica, ma anche per la tranquillità che vi si respira, esaltata dal zampillare dell’acqua nella fontana e dallo scorrere lento e solenne di una vita quotidiana legata ai tempi della natura e della tradizione. La sua bellezza antica è frutto di un’architettura rurale caratterizzata dalle grandi case plurifamiliari, che mostrano i ballatoi in legno e le tipiche ère (gli antichi solai) a cui si giunge dai ponti, le grandi arcate di pietra che sono elemento identitario del paesaggio locale. La suggestione si completa scoprendo gli avvolti e le cantine, frutto di un antico sapere nel costruire e simbolo della vita contadina che ha sempre caratterizzato la vallata. E proprio da queste radici contadine deriva l’ospitalità sincera dei suoi abitanti, che apriranno le loro case e il loro cortili durante questo festival dedicato al mondo del latte, alla sua produzione e alla sua lavorazione, ed ai luoghi in cui queste attività si sono realizzate nel corso dei secoli, costruendo il paesaggio che ci circonda e che vogliamo conservare e valorizzare. Un festival nuovo che vuole raccontare il latte, ancora prima della mungitura.
Il programma prevede tra i suoi momenti principali: “I racconti di latte e di formaggio”: le storie dei caseifici turnari dell’Ecomuseo della Judicaria, la degustazione dei prodotti con il maestro assaggiatore Francesco Gubert (Onaf), la Enmalgada, un’ escursione di tre ore a Malga Misone e caserada, momenti dedicati ai bambini, con ”La mia mucca si chiama…” , la cucina con menù degustazione di prodotti trentini nella piazza di Favrio, momenti musicali tradizionali come “Alp music” Musica dalle alpi con i Baraban, Pan e lat…ovvero la colazione sul sagrato e il clou della domenica con inaugurazione ufficiale del sentiero del latte: passeggiata con l’accompagnatore di territorio e il maestro assaggiatore Francesco Gubert. Lungo il percorso aperitivo presso il bistrot di Erika Eis e, dalle ore 10.30 alle 18.00: “Latte, formaggio & Co”, mercato dei produttori nelle cantine, avvolti e solai di Favrio. Sempre per i bambini , il Museo Palafitte Fiavé organizza laboratori (100% Latte). Ancora, nel pomeriggio: “Fen sull’era, chi è il più veloce a portare il fieno al coperto?”, gioco a squadre tra i 6 comuni dell’Ecomuseo della Judicaria
Infine, FAVRIO BOTTEGA D’ARTE: nel paese saranno allestite mostre: la fotografica Favrio ieri, vecchi mestieri, quella di disegni di Valentina Salizzoni “Viva la mucca” sino al remio di architettura “Costruire il Trentino 2013-2016”, esposizione fotografica di architettura trentina.
E POI, UN ‘ESTATE DI EVENTI DEDICATI:
11 luglio e 13 agosto: FESTIVALLATTE, RACCONTI DI LATTE E DI FIENO
Museo Palafitte Fiavé Laboratorio per famiglie con giochi in museo per conoscere la produzione di latticini nei villaggi palafitticoli di Fiavé-Carera
1 agosto e 25 settembre SUL SENTIERO DEL LATTE Passeggiata lungo il Sentiero del Latte
3 agosto, ALBE IN MALGA Passeggiata al sorger del sole fino a Malga Stabio
11 agosto LATTE, SALE CAGLIO. LA LAVORAZIONE DI BURRO E FORMAGGIO TRA PASSATO E PRESENTE Visita guidata Museo Palafitte Fiavé e degustazione
17 agosto GARA DI SFALCIO A Dasindo la 3° edizione della sfida del taglio del prato con la falce
15 settembre DESMALGADA Festa di ritorno dai pascoli di Malga Stabio Passo Durone
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]]>Un evento straordinario
Oltre 7.000 bottiglie di vini (350 etichette) presenti potranno essere degustate in Villa Farsetti.
Un tour dell’Italia e da 19 paesi del Mondo calice alla mano per conoscere le tipicità e le eccellenze dei terroir italiani e mondiali, scoprire vitigni alloctoni, autoctoni, nazionali e internazionali, rari e ricercati, vini convenzionali, naturali, biologici, biodinamici, di montagna (da viticultura eroica), di mare, di collina, di pianura, di vignaioli indipendenti e di piccole realtà emergenti o di quelle già affermate.
Vini dell’eccellenza made in Italy
Alla 12° edizione della Grande Festa del Vino si avrà la possibilità di degustare vini provenienti da ogni regione italiana, da 7 stati europei e da 12 dal resto del Mondo. Si degusteranno vini premiati, come il Sassicaia di Tenuta San Guido annata 2015 considerato il miglior vino al mondo secondo Wine Spectator nel novembre 2018, il Riviera Ligure di Ponente Pigato Bon in da Bon di Bio Vio (3 bicchieri “vino dell’eccellenza” dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2019 e 5 grappoli “vino dell’eccellenza” Guida Bibenda 2019), il Cirò Rosso Classico Superiore Ripe del Falco Riserva della cantina Ippolito 1845 (5 grappoli “vino dell’eccellenza” Guida Bibenda 2019), Il Pecorello della cantina Ippolito 1845 (3 bicchieri “vino dell’eccellenza” dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2019), Il Senatore Primitivo Gioia del Colle della cantina Coppi (3 bicchieri “vino dell’eccellenza” dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2019), il Frascati Superiore di Castel de Paolis (Corona nella Guida Vini Buoni d’Italia 2019), il Taurasi DOCG Vigna Macchia dei Goti delle Cantine Antonio Caggiano (3 bicchieri “vino dell’eccellenza” dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2019 e 5 grappoli “vino dell’eccellenza” Guida Bibenda 2019, nel 2015 oscar del vino “migliore vino rosso d’Italia” Fondazione Italiana Sommelier), il Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore San Michele di Vallerosa Bonci (4 viti “vino dell’eccellenza” Guida Vitae 2019), Il Pietrone Verdicchio Riserva di Vallerosa Bonci (3 bicchieri “vino dell’eccellenza” dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2019), il Tintilia del Molise Macchiarossa (4 viti “vino dell’eccellenza” Guida Vitae 2019), Barone di Serramarrocco della cantina Barone di Serramarrocco (3 bicchieri “vino dell’eccellenza” dalla Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2019), il Greco di Tufo Devon delle Cantine Antonio Caggiano (Corona nella Guida Vini Buoni d’Italia 2019), il Colli del Mancuso Cirò DOC Riserva di Ippolito 1845 (Corona nella Guida Vini Buoni d’Italia 2019), il Brunello di Montalcino Riserva della cantina Mocali (95/100 Wine Spectator), il Nobile di Montepulciano 2016 della Tenuta di Gracciano della Seta (93/100 Decanter), il Bianco di Custoza Superiore DOC La Guglia di Tamburino Sardo (Medaglia d’Oro al Concours Mondial del Bruxelles 2018), il Canneto della Casa Vinicola d’Angelo ( 93 +Vinous), l’Aglianico del Vulture Riserva Caselle della Casa Vinicola d’Angelo ( 91/100 Wine Spectator), il Morellino di Scansano Suberli ( 91/100 James Suckling) , solo per citarne alcuni italiani.
Vini straordinari dall’Europa
Alla 12° edizione della Grande Festa del Vino si avrà la possibilità di degustare vini provenienti dalla Francia come i grandi vini a denominazione AOC Alsace Grand Cru e gli Champagne di Voigny; i potenti vini di Goriška Brda in anfora, i prestigiosi vini della Mosella in Germania, le bollicine di Cava “la seduttrice catalana”, il Porto “il vino liquoroso” più famoso al mondo, i preziosi e rinomati vini austriaci del Burgenland tra cui i muffati Trockenbeerenauslese e gli speciali vini ungheresi Tokaji Furmint, Aszu e Ice Wine.
Vini dal Resto del Mondo
Alla 12° edizione della Grande Festa del Vino si avrà per la prima volta la possibilità di degustare vini provenienti dalla Georgia, oltre ai paesi già presenti dalla 11° edizione come il Perù, Uruguay, Messico, Brasile, Sudafrica, Cile, Stati Uniti d’America, Argentina, Nuova Zelanda, Australia e Israele.
Location: Villa Farsetti – Santa Maria di Sala (VE)
L’evento si svolgerà per la seconda volta nella splendida villa veneta (la prima volta nel 2016).
Villa Farsetti fu costruita nella seconda metà del XVIII secolo dall’Architetto Paolo Posi per il nobile Filippo Farsetti, famoso collezionista d’arte e appassionato di botanica, Villa Farsetti ricorda un castello rococò francese, con la tipica fisionomia del tardo barocco “internazionale”.
Villa Farsetti piano terra: Degustazione di vini italiani “Tradizionali” e selezione food.
Sala “Cedraie”: Saranno in scena i vini italiani “biologici, biodinamici o naturali”.
Sala “Teatro”: Degustazione di vini internazionali e selezione food.
Sala “Teatro” al primo piano: Masterclass.
Apertura al pubblico
ore 10:00 la degustazione apre al pubblico. Con il costo dell’entrata è previsto in omaggio un calice professionale con tracolla che accompagnerà durante le degustazioni.
Ai banchi di assaggio saranno presenti produttori e sommelier.
La partecipazione alla manifestazione non necessita di prenotazione, il servizio mescita terminerà alle ore 19:30, alle ore 20:00 chiusura della Villa Farsetti.
È possibile che alcuni prodotti in degustazione si esauriscono prima della fine della manifestazione. Il pubblico partecipante all’evento sarà anche un giudice, potrà infatti votare i migliori vini e la migliore cantina della manifestazione. L’evento si terrà anche in caso di pioggia.
Biglietto giornaliero adulti (iva inclusa)
Aprile: € 20,00 (ricevi in omaggio un cavatappi direttamente alla manifestazione)
Maggio: € 22,00 (ricevi in omaggio un panettoncino da 100 gr. Loison direttamente alla manifestazione)
Giugno: € 25,00 (ricevi in omaggio un tappo stopper direttamente alla manifestazione)
Luglio: € 28,00
Agosto: € 30,00
Settembre (dal 1 al 5): € 33,00
Il giorno dell’evento direttamente alla manifestazione: € 35,00
Biglietto bi-giornaliero adulti (iva inclusa)
Aprile: € 35,00 (ricevi in omaggio un cavatappi direttamente alla manifestazione)
Maggio: € 40,00 (ricevi in omaggio un panettoncino da 100 gr. Loison direttamente alla manifestazione)
Giugno: € 45,00 (ricevi in omaggio un tappo stopper direttamente alla manifestazione)
Luglio: € 50,00
Agosto: € 55,00
Settembre (dal 1 al 5): € 60,00
Il giorno dell’evento direttamente alla manifestazione: € 65,00
Master Class
Per approfondire temi particolari.
Non mancheranno le Master Class, con 6 incontri per approfondire la conoscenza di superbi vini (storia, metodo di lavorazione, terroir, filosofia del produttore, caratteristiche organolettiche) guidati da professionisti di fama internazionale.
Sabato 7 Settembre
Ore 12:00 “Verticale di Tokaji Aszù”
Affascinante percorso sensoriale per il più celebre dei vini ungheresi, il Tokaji Aszú, primo vino muffato mai prodotto dall’uomo!
Verticale storica di Tokaji Aszú 5 puttonyos della cantina Chateau Pajzos (per la prima volta in Italia).
Annate in degustazione:
2017 – 2011 – 2008 – 2006 – 2005 – 2003 – 2002
7 vini unici raccontanti e degustati da Dr. Laurent Comas CEO Chateau Pajzos – Prezzo a persona € 50,00.
Ore 15:00 “Verticale Nobile di Montepulciano”
Una verticale tra le più grandi annate del Nobile di Montepulciano dal ad oggi. Verticale storica della Tenuta di Gracciano della Seta.
Annate in degustazione
2016 – 2013 – 2004 – 1995 – 1980 – 1970
6 grandi vini raccontanti e degustati da Dr. Enologo Julio G. Straccia (enologo della Tenuta di Gracciano della Seta) – Prezzo a persona € 45,00.
Ore 17:30 “Verticale di Porto Tawny” da 10 a oltre 100 anni
Verticale Storica Porto S. Leonardo Quinta do Mourão.
Porto Tawny 10 Years Old
Porto Tawny 20 Years Old
Porto Tawny 30 Years Old
Porto Tawny 40 Years Old
Porto Tawny 60 Years Very Old
Porto Tawny +100 Years Very Old
6 straordinari vini raccontanti e degustati da Dr. Enologo Giuseppe Vaccarini, vincitore del Concorso Miglior Sommelier del Mondo A.S.I. 1978
Presidente A.S.P.I. (Associazione Sommellerie Professionale Italiana) – Prezzo a persona € 160,00.
Domenica 8 Settembre
Ore 12:00 “Education sul Riesling”
Affascinante percorso sensoriale su un vino unico.
Valle del Riesling Oltrepò – Italia
Alsace – Francia
Mosella – Germania
Burgenland – Austria
6 grandi vini raccontanti e degustati da Dr. Enologo Fabrizio Maria Marzi – Relatore e Degustatore Ufficiale A.I.S. Prezzo a persona € 30,00.
Ore 15:00 “I Vini Muffati del Burgenland”
Affascinante percorso sensoriale sui vini muffati del Burgenland, verticale storica della cantina Gangl Wines.
Zweigelt Beerenauslese 2007
Zweigelt Trockenbeerenauslese 2006
Zweigelt Trockenbeerenauslese 2005
Bouvier Beerenauslese 2011
Bouvier Beerenauslese 2001
Bouvier Trockenbeerenauslese 1991
6 vini unici raccontanti e degustati da Dr. Enologo e Biologo Helmut Gang – Prezzo a persona € 45,00.
Ore 17:30 “Verticale di Sassicaia”
Una verticale tra le più grandi annate del Sassicaia dal 1993 al 2014. Semplicemente uno dei migliori vini d’Italia.
Annate in degustazione
1993 – 1999 – 2005- 2010 – 2014
5 grandi vini raccontanti e degustati da (Relatore da confermare) – Prezzo a persona € 150,00.
La quota per i Master Class non include: l’entrata all’evento della 12° edizione di “La Grande Festa del Vino” – obbligatorio l’acquisto a parte.
Wine Shop
Durante la manifestazione “La Grande Festa del Vino” si potranno acquistare direttamente i vini in degustazione presso il negozio allestito in Villa Farsetti e i prodotti gastronomici direttamente allo stand dell’espositore. Tutti i prodotti saranno in vendita ad un prezzo promozionale per l’occasione.
Punto Ristoro
Nell’area esterna della villa, sarà presente un punto ristoro gestito direttamente dal ristorante “Tre Ponti” con prelibatezze del territorio. I prodotti sono in vendita (non inclusi nel biglietto d’entrata.)
Organizzatore Evento
Enoteca Le Cantine Dei Dogi dei Fratelli Berna Ezio & Vanni.
Il Galà dei Dogi: cena con i produttori
La sera è l’alta cucina a diventare protagonista in una location da sogno immersa nel verde: sabato 7 settembre 2019 il ristorante “location da definire” dalle ore 21:00 ospiterà la “cena evento della 12ma edizione della Grande Festa del Vino”, saranno presenti tutti i produttori della manifestazione. Il ristorante proporrà un proprio personale menu interpretando le specialità tipiche veneziane.
Durante la cena gli ospiti saranno intrattenuti da due spettacoli di danza by Alma Salsera.
Per ulteriori informazioni visitare il sito http://www.lagrandefestadelvino.it/
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]]>Le Soste, Associazione che da 37 anni riunisce i migliori ristoranti di cucina italiana nel nostro Paese e in Europa, è entrata a far parte di Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Un’unione tra due realtà che da sempre condividono gli stessi principi: la ricerca e la tutela della qualità, che affonda le radici nel patrimonio culturale del Paese, e la difesa di un mestiere a cavallo tra artigianalità e arte.
Le Soste, nella Fipe, trova un apparato di supporto strutturato: con all’attivo oltre 120mila soci è la Federazione leader nel settore della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo. Ora, insieme a Le Soste, che rappresenta l’eccellenza della cucina Italiana, la Fipe potrà promuovere con ancora maggiore forza e autorevolezza la cultura del cibo e dell’accoglienza che rendono unico e riconoscibile in tutto il mondo il made in Italy.
“Siamo orgogliosi che un’associazione come Le Soste abbia deciso di entrare a far parte della nostra realtà; questo ingresso significa che il percorso che stiamo facendo come Federazione per portare avanti i valori della qualità e dell’accoglienza stanno dando importanti segnali” – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe. “Grazie a questo prezioso ingresso ci sentiamo ancora più motivati a lavorare per promuovere agli occhi dei nostri associati, dei cittadini, ma anche delle istituzioni, il valore che il nostro settore porta al Paese in termini di economia, di qualità e di sostenibilità”.
“Sono convinto che riusciremo a sviluppare con Fipe una collaborazione che porterà sviluppi e vantaggi alla ristorazione italiana” dichiara Antonio Santini, Vicepresidente Le Soste. “Lavoreremo insieme a progetti che diano visibilità alla cucina italiana e alle sue punte di eccellenza. Credo, inoltre, che questa possa essere una buona e concreta opportunità, per far sentire le nostre criticità e le nostre esigenze”.
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]]>È stata la scuola alberghiera Fondazione Enac Lombardia CFP Canossa di Brescia ad aggiudicarsi il primo posto al Concorso Interregionale Premio Olio Garda DOP: la premiazione è avvenuta durante la seconda edizione di That’s Garda, la giornata promossa dal Consorzio di Tutela Olio Garda DOP dedicata all’olio, all’enogastronomia e al turismo gardesano che si è tenuta domenica 14 aprile all’Antica Cascina San Zago di Salò (BS). Il concorso è stato indetto dal Consorzio insieme alla Federazione Italiana Cuochi, alla testata giornalistica Italia a Tavola e a Pentole Agnelli, e si rivolgeva agli istituti alberghieri, che con i loro studenti rappresentano il futuro dell’enogastronomia e del turismo gardesano. Il primo premio è stato assegnato al miglior piatto cucinato e condito con l’olio Garda DOP.
La Fondazione Enac Lombardia CFP Canossa ha vinto grazie alla Pasta e fagioli con mousse di patate e tartare di sarde di lago. Il piatto è opera degli alunni Salvatore Assenza, Nicolò Cherubini, Giada Aiardi e Valentina Archetti.
Ad aggiudicarsi il secondo posto invece l’Enaip Trentino CFP Alberghiero di Riva del Garda (TN), con il piatto a base di pane, olio Garda DOP e laverello, preparato da Stefania Chemotti, Leonardo Chiocchetti, Alessandra Pasqua e Yousra Benzerti. Terzo classificato, l’Ipssar Alfredo Sozogni di Nembro (BS) con Il Garda in un’istantanea di Beatrice Malighetti, Enrica Ghilardi, Camilla Caroli e Nicole Nava. Il premio intitolato allo chef Enzo Dellea, assegnato dall’Associazione Cuochi Bresciani al piatto più innovativo, è stato vinto dall’Istituto di Istruzione Superiore Andrea Mantegna di Brescia con Ulivo nel piatto, opera di Lorenzo Capretti, Luca Prandelli, Nicola Ferrari e Angelo Apicella.
Il vincitore si è aggiudicato un premio di 1000 euro, mentre il secondo e il terzo classificato hanno ricevuto una dotazione professionale di Pentole Agnelli.
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